Parole e comportamenti
Le parole servono per comunicare, raccontare un’esperienza, esprimere un’opinione, uno stato d’animo. Spesso con le parole si riesce ad enfatizzare o minimizzare una realtà, a volte anche ad ingannare se stessi.
Alla fine ciò che colpisce di una persona non sono tanto le parole quanto i comportamenti, o meglio il livello di coerenza fra quello che dice/scrive e quello che fa.
Troppo facilmente le persone si fermano su ciò che ascoltano o leggono prendendo per vero affermazioni, riferimenti, dati, senza valutarne l’attendibilità.
Le parole d’altra parte, fluiscono, scorrono come un fiume in piena, dalla testa alla bocca o alla tastiera, senza soste, soprattutto sui social, dove il linguaggio è immediato, del momento, spontaneo ma anche privo di riflessione.
Una realtà può diventare ingannevole, se ne ascoltiamo solo il racconto, la descrizione, quello che la rende vera, credibile, è come la si traduce nei comportamenti.
Esiste sempre quel confine fra il dire e il fare, una linea che diventa sempre più sottile quanto più la parola corrisponde all’azione.
Chi mal ci riescono sono le persone che di parole ne usano tante, a volte troppe, quelle che parlano molto e che di conseguenza, ascoltano poco.
La coerenza non è un tratto ereditario, semmai una qualità; chi si impegna a costruirla o a migliorarla, ad assumerla come valore nella propria vita, è una persona credibile ed affidabile.
È decisamente impegnativo restare fedeli a ciò che si dice di voler fare, anziché sottolineare intenzioni, belle idee. Di buoni propositi siamo pieni, dalla politica, alle relazioni sociali e interpersonali; di idee e di progetti realizzati, molto meno.
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